Wallace Edgar - 1925 - L'astuzia di mr. Reeder by Wallace Edgar

Wallace Edgar - 1925 - L'astuzia di mr. Reeder by Wallace Edgar

autore:Wallace Edgar
La lingua: ita
Format: mobi, epub
Tags: General, Mystery & Detective, Fiction
ISBN: 9788881834143
editore: Compagnia Del Giallo - Gruppo Newton
pubblicato: 1996-06-14T22:00:00+00:00


Il mamba verde

Lo spirito di esplorazione ha rovinato carriere promettenti più che non il bere, il gioco o il sorriso delle mogli. Parlando in generale, le piste battute nella vita sono, solitamente, le più sicure e pochi uomini si sono avventurati negli spazi non esplorati in cerca di denaro facile, senza essersi compiaciuti a sufficienza del fatto di aver abbandonato la vecchia strada dalla quale hanno deviato, che in realtà è stato il più grande dei loro successi.

Mo Liski aveva una posizione sicura nel mondo, una posizione acquisita grazie allo strenuo e anche violento esercizio delle sue molteplici qualità.

Avrebbe potuto proseguire fino alla fine dei suoi giorni, ma fu attirato da una proposta esterna e per di più si impelagò in una faida privata, che aveva avuto inizio da una faccenda completamente estranea alle sue normali operazioni.

C’era un trafficone levantino chiamato El Rabhut che aveva fatto diversi viaggi in Gran Bretagna, spostandosi su bananiere che fanno il periplo completo da London River a Funchal Bay: Las Palmas, Tangeri e Oporto.

Era un moro molto ordinario, dalla faccia gialla, butterato e di bassa statura, e parlava inglese poiché in gioventù era caduto nelle mani di un missionario americano con buone intenzioni.

Edgar Wallace

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1925 - L’Astuzia Di Mr. Reeder Questo Rabhut era utile a Mo perché parecchie droghe tedesche vengono spedite in Oriente via Trieste, e spesso sono state sbarcate parecchie casse di arance che avevano, infilati nel loro interno, molti piccoli cilindri di metallo contenenti cocaina, eroina, cloridrato e altri medicinali dannosi.

Rabhut di tanto in tanto importava cose di questo genere, era pagato bene ed era soddisfatto. Un giorno nel bar del The Four Jolly Seamen parlò a Mo di un grande furto. Era stato portato a termine da un gruppo di ladri di Anghera che lavoravano a Fez e il bottino era costituito addirittura dagli smeraldi di Solimano, la proprietà più gelosamente custodita del Marocco.

Nemmeno Abdul Aziz, nei momenti in cui era senza denaro, aveva osato rimuoverli dalla Moschea di Omar; gli uomini di Anghera, essendo quel che erano, irruppero nella santa dimora, avevano ucciso due guardiani del tesoro e se ne erano andati con le nove pietre verdi del grande re.

In conseguenza era nato un subbuglio che si era sentito dai bazaar di Calcutta alle squallide strade di Marsi-Karsi. Ma gli uomini di Anghera erano superiori alla voce dell’opinione pubblica e si erano preoccupati solo di cercare un compratore.

El Rabhut, essendo un cattivo soggetto, era entrato nell’affare e di questo raccontò a Mo Lisky una brumosa sera di ottobre al The Four Jolly Seamen.

- Ci sono un milione di pesetas per me e per voi, signor Buon Uomo -

disse Rabhut (tutti gli europei che pagavano sull’unghia erano il signor Buon Uomo per El Rabhut). - C’è anche la morte per me se si viene a saperlo.

Mo ascoltò lisciandosi il mento con la mano che scintillava e splendeva tanto da abbagliare. Era un maniaco degli ornamenti. Era un po’ fuori dal suo settore ma i giornali avevano stabilito il valore della refurtiva



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